Vivere in montagna: Valle d’Aosta

Uno dei viaggi più grandi di sempre, un biglietto di sola andata verso una nuova vita fatta di scoperte e di incertezze, di cambiamenti e di paure, di cime che toccano il cielo e di piccoli passi verso un mondo tutto da scoprire. Questa pagina parla della vita in montagna per scelta, del viaggio lento, profondo, delle avventure che si presentano ogni singolo giorno in un ambiente in cui la natura fa da padrone.

L’odore del caffè al mattino e l’aria frizzante appena metti il naso fuori. Quell’aria che ti travolge e quella tranquillità che solo la montagna sa regalare, iniziano cosi le giornate in quota e non c’è niente che possa fare sentire più vivi di un respiro profondo guardando quell’orizzonte che diventa tutt’uno con le cime innevate. Cime che in inverno si fanno ammirare da lontano, le stesse che in estate si spogliano della neve e fanno venire voglia di salirci sopra per far parte di uno degli spettacoli più grandi della natura. Vivere ogni giorno in mezzo a tutto ciò fa riflettere quanto siano importanti alcune scelte e quanto sia necessario ascoltarsi e seguire i propri sogni. La montagna non è mai andata da Maometto e il fatto che io sia qui a vivere questa meraviglia è solo perché le montagne le ho inseguite, insieme alla paura dello sconosciuto e insieme alla curiosità che mi ha spinto a iniziare una nuova vita in questo piccolo paese che oggi chiamo casa. Sono passati 2 anni e non c’è mai stato un solo giorno in cui abbia pensato di aver fatto la scelta sbagliata nonostante nel momento in cui ho deciso di abbandonare quella realtà che non mi apparteneva più non avevo alcuna certezza. La vita in montagna per chi ama la natura è quel regalo che arriva puntualmente ogni singolo giorno, che permette di sentirsi nel posto giusto e di dare valore alle piccole cose, che fa capire che tutto ciò che conta e il presente e che il presente dev’essere fatto di ciò che più si ama. Infinitamente grata.
Torgnon, marzo 2023

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«Per riuscire a vivere in montagna, o ci sei nata, oppure devi avere un sogno, delle idee. Quando arrivi da fuori, in montagna ci resisti solo se hai qualcosa da realizzare, perché le sollecitazioni sono infinitamente minori, devi avere una ricchezza tua dentro. Perché una delle cose cui la città assolve è quella di non farti pensare: ti dà un’infinità di stimoli, puoi anche non riflettere troppo su chi sei, dove stai, cosa fai, perché hai tante persone da incontrare. Puoi andare al cinema, a teatro, a un concerto. In montagna, se tu una sera sei giù di corda, sicuramente non ti viene in testa di farti 70 chilometri per andare al cinema a Cuneo. Se sei triste, o vai a dormire prima o cominci a ragionare su perché sei triste. Quindi è difficile starci, a meno che tu non abbia delle serie motivazioni.” 
(da “Montagna: femminile plurale: Storie di donne che sono arrivate in alto (Gliuni)” di Irene Borgna, Giacomo Pettenati)

Torgnon, novembre 2020 – fine del primo viaggio lungo due mesi tra le montagne della Valle d’Aosta

Imparare a viaggiare significa imparare ad andare piano. Non basta uno sguardo veloce per scrivere le pagine di un grande viaggio, serve fermarsi, aspettare, guardarsi attorno, a volte serve tornarci. I luoghi non hanno fretta, loro saranno li per sempre. I luoghi cambiano, si trasformano, con il sole, con la pioggia, con le stagioni, con gli incontri; i luoghi non sono mai gli stessi e nascondono sempre qualcosa di nuovo. A volte esuberanti, mettono in mostra tutta la loro bellezza, altre volte timidi, tanto da nascondersi dietro a giornate uggiose. I luoghi sono come le persone, hanno bisogno di tempo per farsi scoprire. Gli amori più grandi hanno bisogno di tempo per crescere. Dopo due mesi in Valle d’Aosta posso dire di aver vissuto uno dei viaggi più grandi di sempre, di aver visto tanti volti diversi dello stesso posto, di essermi meravigliata fino all’ultimo minuto, di aver sognato di tornarci e di aver stretto un legame cosi forte che mi farà brillare gli occhi ogni volta che il mio pensiero volerà in questa direzione. Infinitamente grata a queste montagne e alle persone che hanno reso questo cammino cosi vivo.

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21 febbraio 2021, per la seconda volta a Torgnon
Guardo l’orizzonte e mi sento nel posto giusto. Quanti orizzonti hanno riempito i miei occhi e mi hanno fatto capire che il qui e ora è ciò che conta, che il presente è l’unico momento che ci appartiene e che possiamo vivere appieno. Il Monte Zerbion e il Monte Aquila spuntano dalla finestra di casa, quella stessa piccola finestra che sembra aprirsi verso un sogno. Le ho sognate queste montagne e ora sono qui, che cos’è la felicità se non essere liberi di fare ciò che si sogna? Che cos’è la felicità se non riempirsi i polmoni di aria pulita e farci caso alla fortuna di vivere un presente cosi carico di bellezza?

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27 marzo 2021- La decisione – mollo tutto e vado a vivere in Valle d’Aosta

7 mesi fa iniziava un nuovo viaggio, un viaggio diverso dagli altri. Un viaggio nato dalla voglia di avvicinarmi alle montagne. Non un programma, non una data di ritorno; non volevo altro che montagne e l’unica cosa di cui ne ero certa era che in Valle d’Aosta le avrei trovate. Non c’erano aspettative se non la consapevolezza che nella regione che ospita le cime più alte d’Europa mi sarei sentita nel posto giusto. Quello che non sapevo a settembre è che in Valle d’Aosta avrei trovato una nuova casa.

La valle del Cervino rappresentava il migliore quadro che avrei potuto disegnare sulla montagna: la natura a portata di mano,  gli spazi immensi, il silenzio, i ritmi lenti, il fiato corto, la conquista di luoghi spettacolari con le proprie gambe, l’avventura, la semplicità, le piccole comunità e i rapporti genuini tra le persone. Sapevo però che finche sarei rimasta dalla parte dello spettatore, il quadro non sarebbe stato completo. La montagna è anche un ambiente difficile, lassù bisogna fare i conti con se stessi più che mai. L’ho provato nelle settimane di isolamento quando la Valle d’Aosta è diventata zona rossa e ho capito che  quando le distrazioni sono davvero poche, la solitudine si può ritorcere contro. Ma le difficoltà fanno parte del gioco e senza difficoltà non si cresce, ho voglia di vivere i pro e i contro sulla mia pelle e di sperimentare tutte le sfumature di questo ambiente ancora sconosciuto.

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Pesaro, 9 maggio 2021 3 settimane al trasloco, dubbi e felicità
Ho dormito poco stanotte. La scelta di andare a vivere in montagna era lì a tenermi compagnia, insieme alle domande, ai dubbi, all’incertezza. Nonostante non mi sia mai pentita di aver seguito il cuore nelle decisioni più importanti, il pensiero di lasciare tutto e andare a vivere da sola in un paesino di 500 anime mi sta mettendo alla prova. Ormai manca davvero poco e tante domande mi stanno passando per la mente. 

Da piccola vivevo in un piccolo paesino collinare ai piedi dei Carpazi. Le vedevo ogni giorno le montagne, lontane, irraggiungibili. L’unico a portarmi fino lassù era lo zio che ci visitava una sola volta all’anno, mentre per il resto del tempo non mi restava che desiderarle e aspettare il suo ritorno. 

Col passare degli anni, quando ormai ogni scusa era buona per un giro in alta quota, ho iniziato a chiedermi cosa si prova a vivere la montagna a 360 gradi, a voler sperimentare sulla mia pelle qual è la differenza tra andarci e viverci, a fantasticare sullo scorrere del tempo in quei luoghi così remoti e a tratti così inospitali. L’ho sempre sognata così la mia casa: natura a portata di mano, silenzio, ritmi lenti e la semplicità in tutte le sue forme. Quando a settembre sono partita per la Valtournenche, sentivo che il primo incontro col Cervino, la montagna che mi aveva fatto sognare per anni, sarebbe stato indimenticabile, ma di certo non sapevo che avrei aperto le porte di una nuova casa. C’è sempre un grande fascino nella scoperta, la bellezza passa sempre in primo piano. Succede spesso in viaggio, quando dopo brevi periodi trascorsi in un nuovo posto torniamo con una nuova idea di paradiso, un’idea che non sempre corrisponde alla realtà. Per conoscere un luogo, bisogna dedicare tanto tempo e il solo viaggio non basta, a volte non basta nemmeno una vita intera. 

L’autunno nel piccolo paesino di Torgnon in Valtournenche (quasi spopolato a causa della pandemia) mi ha regalato l’emozione di vivere la natura in tutto il suo splendore, di meravigliarmi e di godermi in solitudine il silenzio di una montagna rimasta da sola, una montagna che ricorda che lassù bisogna fare i conti con se stessi più che mai. Siamo sempre in cerca di pace e silenzio, ma poche volte ci capita di fermarci e realizzare che abituarsi al silenzio può essere una sfida. Poche volte arriviamo a renderci conto che la mancanza di distrazioni fa spazio ai pensieri più profondi. Ho imparato tanto in questi mesi. Ho provato gioia, stupore, serenità, stanchezza, sconforto e solitudine. Le ho provate sulla mia pelle e ho capito in nessun altro luogo sarei riuscita ad avvicinarmi così tanto a me stessa. Ora, più che mai, sento che sia giunto il momento di regalare il mio tempo alle montagne. La valle del Cervino sarà la mia nuova casa. 

Ho paura, sì, ma c’è una frase che ricordo sempre che dice che “non c’è coraggio senza paura” e senza coraggio si rischia di abbandonare i propri sogni. La montagna insegna che bisogna fermarsi e farci caso ai propri sogni. Farci caso e inseguirli.

18 ottobre 2021
Odore di cannella e l’inverno che piano piano si fa posto tra le foglie rosso fuoco dei ciliegi. Stamattina pure il cielo si è acceso. Prendo la mia tazza di caffè ed esco sul terrazzo. Niente come l’aria fredda di inizio giornata che mi punge il viso e mi ricorda dove sono. Le punte laggiù, ogni giorno avvolte da una luce diversa, anche loro mi ricordano dove sono. Stamattina non avrei voluto svegliarmi da nessun’altra parte nel mondo. 

2 aprile 2022 – Essere nel posto giusto

A volte mi chiedo se stare qui sia la scelta giusta. Succede quando mi sento sola, quando mi manca la mia gente, quando al posto della natura ci vorrebbero le persone care. Ma per la gran parte del tempo so di essere nel posto giusto. So di essere nel posto giusto quando al mattino mi sveglio e respiro l’aria pulita dei miei 1500 metri, quando incontro persone che mi accolgono a braccia aperte, quando sono circondata dall’incredibile bellezza che sembra essere messa li per ricordare la fortuna di poter scegliere il posto in cui si vive. So di essere nel posto giusto ogni volta che scopro un nuovo sentiero, che torno su una vecchia salita che sembra non essere mai la stessa, ogni volta in cui sento le gambe stanche e la testa vuota. So di essere nel posto giusto quando sento che nonostante la distanza, i veri legami restano forti e solidi, che l’amicizia non è una questione di chilometri ma di presenza e io la presenza la sento più forte che mai anche quando le persone più care sono cosi lontane. So di essere nel posto giusto ogni volta in cui realizzo che nulla ha più valore dell’esperienza, che buttarsi nelle situazioni più improbabili e inaspettate è il miglior modo per imparare e crescere.

Curiosità
È con le prime rughe che arriva la consapevolezza, è quando la pelle non brilla più come prima che si inizia a conoscersi e si inizia a tirare le somme su quanto il passare degli anni ci ha lasciato. È li che si inizia a conoscersi e dare un senso alle nostre scelte e alle persone che siamo diventate. Una delle cose che la vita insegna è che non si smette mai di imparare. Poi c’è la curiosità, quel dono di cui non bisogna mai fare a meno. La curiosità fa uscire dalla confort zone, fa vivere esperienze che ci trasformano, ci fa incontrare persone che ci cambiano. Ecco, se c’è una cosa che mi sentirei di dire dopo tutti questi anni è che la curiosità non deve mai venire a meno. La curiosità e il sorriso.

12 maggio 2022 – Grandi viaggi

C’è stato un tempo in cui il viaggio era l’unica cosa che riusciva a rendermi felice. Sognare una meta e non vedere l’ora di partire, tornarci e ripartire da capo. Scoprire posti nuovi, vivere emozioni mai vissute prima, incontrare nuove persone era ossigeno, non sapevo farci a meno. Stare ferma per qualche mese di fila era quasi impensabile e per un po’ di anni ho passato più tempo in giro per il mondo che a casa. Esperienze senza prezzo e che non cambierei per nulla al mondo e che mi hanno regalato tanto, ma se c’è una cosa che ho capito da questo girovagare è che la voglia di viaggiare è sana solo quando non diventa una necessità. Ho capito che la mia irrefrenabile voglia di partire non era altro che una fuga, un desiderio di scappare da un posto che non mi dava ciò di cui avevo bisogno. L’ho capito sempre grazie ad un viaggio, uno tra i più grandi di sempre, un viaggio di sola andata verso una meta completamente sconosciuta che è diventata la mia nuova casa. Mollare tutto è andare a vivere in montagna sembra una di quelle frasi pronunciate dopo un lunedì nero al lavoro. Lo dici, ti sfoghi, poi ti passa. Oppure un giorno lo fai per davvero. Partire da zero in un posto da cui di solito la gente scappa è stata una delle mie avventure più grandi e quella che mi ha fatto scoprire la mia felicità: svegliarmi ogni giorno e respirare l’aria pulita, incantarmi davanti ai paesaggi che cambiano, creare legami con persone che hanno vissuto una vita diversa dalla mia, non avere fretta, andare a passo lento, abbracciare la semplicità, apprezzare il tempo libero e spenderlo nella natura ad ogni ora del giorno. La montagna mi ha fatto venire voglia di fermarmi e guardarmi attorno, non c’ero mai riuscita prima se non per brevi periodi. Non mi sono mai sentita appartenere ad un posto come a questo paesino lontano dalle comodità della città che in ogni stagione si veste di una bellezza unica e mi regala tutte quelle piccole cose che messe insieme sono diventate il più grande viaggio di sempre.

31 marzo 2022 – 37 primavere

Si avvicinano i 37, non so quando siano volati ma con ogni nuovo anno che passa mi viene voglia di fermarmi e dare uno sguardo al passato. Mi hanno regalato molto tutti questi anni. Ho imparato ad affrontare la vita con la curiosità di un bambino e questo mi ha portato su strade che mai avrei potuto immaginare. La stessa curiosità mi ha fatto incontrare persone di cui oggi non saprei fare a meno. Ho imparato a convivere con la paura e a volerci sempre provare, non perché ogni lasciata è persa ma perché ogni nuova esperienza, anche se non riuscita, ha qualcosa da insegnare. Ho imparato ad amare la natura e a seguire il suo richiamo, ho scoperto che il cambiamento dev’essere una costante e che è solo cosi che si cresce e si accettano realtà diverse. Ho imparato ad accettare la diversità e a non giudicare, ho imparato a vivere con il sorriso e preoccuparmi di meno, a non portare rancore, a dare peso solo alla sostanza e a farmi circondare di anime belle. Ho scoperto la vita in montagna e la sensazione di essere nel posto giusto, di vivere ogni nuovo giorno come il regalo più grande. Semplicità e occhi aperti verso il mondo per tante altre nuove scoperte, olè.

19 settembre 2024 – 4 anni di gratitudine

Corrono i mesi e la vita in montagna non sempre si avvicina alla calma e tranquillità desiderate. Impegni, spostamenti, viaggi spesso non lasciano spazio a godere di questo ambiente che non ha voglia di correre. Nonostante ciò, tornare a casa dopo un lungo viaggio è il regalo più grande: quello della piena consapevolezza di vivere nel posto giusto.

Oggi, 19 settembre, come quella mattina al rifugio Bonatti mentre percorrevo il tour del Monte Bianco, le cime di casa si sono dipinte per la prima volta di bianco. Il cambio delle stagioni ha sempre un fascino immenso e allo stesso tempo mettono un po’ di tristezza per il tempo che passa troppo in fretta. L’inverno sta arrivando ricordando puntualmente che le estati sono troppo corte, soprattutto per chi vive in montagna. Tutti quei sentieri da percorrere, rifugi e bivacchi che aspettano da anni, dovranno aspettare ancora perché l’inverno non perdona e decide lui quando mettere fine alla stagione delle camminate in alta quota. Fa nulla, ogni stagione ha il suo fascino e non è mai un peso adattarsi. Come spesso sento dire da queste parti, le montagne non si spostano.

Tra l’altro, in questo esatto periodo, 4 anni fa ci mettevo piede per la prima volta in Valle d’Aosta. Se qualcuno mi avesse detto che poco dopo ci avrei fatto una nuova vita e che sarebbe stata la vita che ho sempre sognato, non ci avrei creduto. La costante di questi ultimi 4 anni è stata la gratitudine, svegliarsi ogni mattina in un posto che ha il potere di sorprendere pur non allontanandosi da casa non ha prezzo. Iniziare la giornata con lo sguardo puntato sulle cime, sorseggiare il caffè con il sottofondo del torrente che corre veloce a valle, uscire dalla porta di casa e imboccare subito il sentiero in salita regala magia anche alle giornate più difficili. La semplicità che si vive qui è unica ed è tutto ciò che serve per sentirsi appagati ogni singolo giorno. In montagna non serve aspettare l’weekend per fare cose belle perché la bellezza è sempre presente, basta puntare lo sguardo all’orizzonte. Persino la casa in cui vivo e che, dopo una vita di vagabondaggio, posso finalmente chiamare casa mia, nonostante non sia la baita sperduta che la gente s’immagina, ha acquisito un’energia unica: quella del rifugio protettivo in cui l’anima trova la sua pace. Anni di viaggi in giro per il mondo sono appesi alle pareti, le luci calde fanno compagnia, il legno si connette alle montagne e la vista, beh, la vista è ciò che amo di più di questo posto. Insomma, 4 anni fa, buttandomi nello sconosciuto feci una delle scelte più sagge della mia vita, quella di lasciare indietro un posto che non sentivo mio e di iniziare questo percorso che ogni giorno mi fa apprezzare l’importanza di amare il luogo in cui si vive.