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Tour del Monte Bianco in 8 giorni – tutto quello che c’è da sapere

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Tour del Monte Bianco: un fulmine a ciel sereno, una di quelle esperienze che un giorno ti s’infilano nella testa e da quel momento sai che sarà solo una questione di tempo per farla diventare realtà.


Il messaggio che aspettavo è arrivato il 2 settembre: Posso camminare, con il lavoro mi libero il 15/16 e il 25 sera devo essere qua per votare. Fai due calcoli, accetto proposte e arrivo ovunque. Elena
Era ufficiale, il sogno si stava per avverare.

Raccontare tutte le emozioni vissute giorno per giorno vorrebbe dire scrivere un intero libro però in questo articolo mi limiterò a dare tutte le informazioni pratiche partendo dai miei dubbi e dalle incertezze prima della partenza per organizzare da soli il giro attorno alla montagna più conosciuta d’Europa.

Non posso però nascondere che nonostante si trattasse di un viaggio dietro casa, poche volte nella vita mi è capitato di provare cosi tanto stupore e gratitudine per tutte le emozioni vissute in quei giorni. La prova tangibile che molte volte cerchiamo il paradiso dall’altra parte del mondo senza accorgerci di averlo proprio davanti ai nostri occhi.

Tour del Monte Bianco – in breve

Si tratta di un trekking circolare di più giorni (generalmente tra 8 e 12) lungo circa 180 chilometri e con più di 10.000 metri di dislivello positivo che attraversa i confini di Francia, Svizzera e Italia.

Il giro è molto ben segnato e non presenta particolari difficoltà ma richiede un buon allenamento dato che si cammina in media 15km al giorno con un dislivello positivo quasi sempre superiore a 1000 metri. Si dorme quasi sempre in quota e ogni giorno ci si sposta da rifugio a rifugio (a meno che non vogliate portare la propria tenda).

Tour del Monte Bianco – perché farlo

Il tour del Monte Bianco è un giro che attraversa tre paesi e offre alcuni degli scorci più mozzafiato sulla montagna più alta d’Europa, è un’ottima occasione per mettersi alla prova e testare i propri limiti in un ambiente spettacolare e senza andare dall’altra parte del globo e non per ultimo, è un’opportunità di incontrare persone di tutto il mondo e condividere la passione per la montagna.

Quando andare

Il periodo per fare il giro del monte Bianco va da metà giugno e fine settembre che coincide con il periodo di chiusura dei rifugi.

Settembre è un mese abbastanza incerto in quanto le temperature possono scendere molto ma c’è il grosso vantaggio che c’è poca gente in giro. Io infatti lo feci a metà settembre e ho trovato neve per ben due giorni. Come periodo ideale consiglierei il mese di luglio oppure a fine agosto/inizio settembre.

Dove iniziare il tour

Il tour è molto famoso in tutto il mondo e siccome per chi arriva in aereo è più accessibile dalla Francia, la gran parte delle persone che s’incontrano lungo il giro partono da Les Houches (vicino a Chamonix) percorrendo il giro in senso antiorario. Chi invece arriva dall’Italia può partire da Courmayeur, sempre consigliato il senso antiorario.

Tour del Monte Bianco – dove si dorme

Ci sono due possibilità: in rifugi di montagna oppure in tenda. Nonostante il costo abbastanza alto dei rifugi, consiglio quest’opzione che a mio avviso consente di vivere al meglio l’esperienza (meno peso sulle spalle e un pasto caldo/doccia fanno la differenza nelle giornate più dure o in condizioni climatiche sfavorevoli).

Se invece siete abituati alla montagna selvaggia e non v’importa del peso extra sulle spalle, è possibile fare il giro in tenda (tenete solo presente che non ci sono campeggi ma qualche area bivacco senza alcun tipo di servizi). In Italia e Svizzera il campeggio libero non è consentito però è possibile appoggiarsi nelle stanze invernali dei rifugi chiusi o fare bivacco lontano dai posti trafficati.

Nei mesi di luglio e agosto i posti in rifugio scarseggiano ed è fondamentale prenotare in anticipo. Quasi tutti i rifugi richiedono un deposito non rimborsabile (ahimé) però consiglio di assumersi comunque il rischio ed evitare brutte sorprese in loco.

La preparazione del trekking

Oltre alla preparazione fisica che andrebbe iniziata con largo anticipo, il tour richiede la preparazione logistica che consiste principalmente nella prenotazione dei rifugi e dei mezzi per raggiungere il punto di partenza (nel mio caso Courmayeur). Come primo step andrebbe stabilito il programma e il numero di giorni in cui si vuole concludere il trekking dopodiché si passa alle prenotazioni.

Vi consiglio di utilizzare la piattaforma dedicata al tour del Monte Bianco che da la possibilità di bloccare i posti e pagare online il deposito richiesto dai rifugi (occhio all’alta stagione che va prenotata con mesi di anticipo). A questo link trovate il sito con tutte le informazioni e la lista completa delle strutture.

Partenza da Courmayeur – come arrivare e dove parcheggiare

Ci sono tanti modi per raggiungere Courmayeur, iniziamo dai mezzi pubblici: per chi arriva da lontano è possibile prenotare un flixbus che si ferma proprio alla stazione di Courmayeur, altrimenti treno fino ad Aosta dopodiché si prende un bus per Courmayeur (passano ogni ora).

Per chi arriva in auto invece può prendere l’autostrada (l’autostrade in Valle d’Aosta è molto cara, vi consiglio la statale che anche se è più lenta fa risparmiare dei bei soldini).

Il parcheggio dove si può lasciare la macchina senza rischio taglio erba o altro si trova poco fuori Courmayeur nel Piazzale Sogno, a meno di 10 minuti a piedi dal paese. All’ufficio turistico ci hanno assicurato che è un ottimo punto d’appoggio ma per sicurezza potete chiedere conferma il giorno della partenza. Per la posizione esatta del parcheggio cliccate qui.

Itinerario di 8 giorni

Questo è un giro leggermente accorciato che salta una tappa che a detta di molti escursionisti sia quella meno interessante (si tratta della tappa La Fouly – Champex che si può fare comodamente in bus), mentre il quinto giorno fa una deviazione per Chamonix e per questo motivo servirà prendere il bus tra Chamonix e Les Houches. Se non avete intenzione di prendere alcun mezzo pubblico, mettete in conto due giorni in più di cammino.


Tour del Monte Bianco in 8 giorni tappa per tappa:

Giorno 1: Courmayeur – Rifugio Bonatti
Giorno 2: Rifugio Bonatti – La Fouly – bus per Champex (Rif. Relais d’Arpette)
Giorno 3: Champex – Trient (Rif. La Peuty)
Giorno 4: Trient – Trelechamp (Rif. La Boerne)
Giorno 5: Trelechamp – Chamonix
Giorno 6: Chamonix – Les Contamines (Rif. Nant Borrant)
Giorno 7: Les Contamines – Les Chapieux (Les chambres du soleil)
Giorno 8: Les Chapieux – Courmayeur

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Itinerario giorno per giorno

Tappa 1: Courmayeur – Rifugio Bonatti

Lunghezza: 9,5km

Dislivello positivo: 800 metri

Pernottamento: Rifugio Bonatti, €60 a persona in mezza pensione

Siamo arrivate a Courmayeur alle 10:00 e per un paio d’ore abbiamo gironzolato in cerca di pezzi mancanti nello zaino. La tappa di oggi è corta quindi abbiamo tutto il tempo per prendercela con calma. Da non sottovalutare il dislivello se si parte dal paese, il sentiero fino al rifugio Bonatti è bello ripido. Tra foto e pause varie arriviamo al rifugio che sono le 17:30.

Se per qualsiasi motivo serve accorciare la prima tappa, è possibile prendere il bus per Val Ferret e imboccare il sentiero 31 vicino a Planpincieux.

Il rifugio Bonatti è molto bello è c’è tanta gente, per lo più stranieri. Non ci ero mai stata nonostante fosse stato uno dei posti che più ci tenevo a vedere in Valle d’Aosta dopo aver letto quasi tutti i libri di Walter.

Doccia, birretta e cena, gustosa ma un po’ deludente visto che ci si aspettava la polenta invece ci è toccato il minestrone e le cosce di pollo. Alle 9:30 eravamo già a nanna, camerata da 7. Per domani mette neve ma io stento a crederci, si vedrà!

Tappa 2: Rifugio Bonatti – La Fouly (Svizzera) – Champex

Lunghezza: 24km

Dislivello positivo: 1000 metri

Pernottamento: Rifugio Relais des Arpettes in stanza da quattro, 75 CHF in mezza pensione

Incredibile risveglio alle 6 del mattino: fuori c’è neve e sta continuando a nevicare con un vento pazzesco. Le previsioni prevedono nevicate fino alle 8 del mattino dopodiché dovrebbe smettere.

Alle 6.30 andiamo in sala colazione e cerchiamo di capire il da farsi. Non mettiamo minimamente in dubbio la partenza ma dobbiamo soltanto capire quando partire. Gli altri escursionisti iniziano ad avviarsi e con Elena partiamo tra gli ultimi verso le 9. Il paesaggio è spettacolare e il freddo ricorda le gelide giornate d’inverno. Quasi incredibile la differenza di temperatura in meno di 24 ore.

Iniziamo a salire verso il Rifugio Elena e dopo circa 1km mi accorgo di aver perso un guanto, indispensabile in una giornata come questa. Torno da sola verso il rifugio Bonatti ed Elena va avanti. Il guanto lo trovo dopo 20 minuti buoni di strada, mi scoccio per essere tornata però è andata bene così. Dopo un pezzo in salita si inizia a scendere fino ad arrivare alla strada asfaltata in bassa valle e da lì si gira per imboccare il sentiero per il Rifugio Elena. La salita è molto tosta, camminare con la neve e uno zaino così pesante mette alla dura prova.

Arriviamo al rifugio Elena per le 11.30 cca e ci riscaldiamo per qualche minuto nella stanza invernale dato che il rifugio era chiuso. Da lì inizia la lunga salita verso il Col Ferret e guardare dove ci tocca arrivare fa quasi paura. Il freddo si fa sentire sempre di più e scivolare sulla neve rende tutto molto più difficile.

Passo dopo passo con grande fatica raggiungiamo finalmente il Col Ferret alle 13.30, il punto di confine tra l’Italia e la Svizzera. La discesa fino a La Fouly sarà infinita, arriviamo in paese che sono quasi le 5, giusto in tempo per prendere il bus per Champex.

Gli orari del bus da La Fouly- Orsiere sono i seguenti:
Feriali, sabato e domenica 15.45, 17.16, 18.16, 19.16, 20.16. A Orsiere bisogna cambiare il bus e prendere la connessione per Champex.

Orari bus Orsiere – Champex:
Feriali, sabato e domenica 16.25, 17.43, 18.43, 19.43 (sabato e domenica).

Il tragitto dura poco più di 1h e il costo del bus è di cca 15 euro.

Non abbiamo calcolato la salita per il nostro rifugio che ci darà il colpo finale dopo una giornata cosi lunga. Arriviamo dopo le 19 e per poco ci perdiamo pure la cena (nei rifugi servono a orari fissi, guai tardare).

Tappa 3: Champex – Trient

Lunghezza: 17km

Dislivello positivo: 850 metri

Pernottamento: Rifugio Le Peuty, 65 CHF in mezza pensione

Partenza alle 9:30 in direzione Rifugio La Peuty a Trient, il posto in cui dormiremo per questa terza tappa. Da Relais d’Arpette bisogna scendere per cca 1km e poi imboccare il sentiero TMB che porta al Col de la Forclaz passando per Plan d’Au. Dormire a Relais d’Arpette è consigliato soltanto se si vuole fare la variante Fenetre d’Arpette che noi abbandoneremo a causa della neve.

Il sentiero più basso si snoda per lo più in mezzo ai boschi e alterna tratti molto ripidi a pezzi morbidi su asfalto (poco) nella parte iniziale e sterrato. Prima di iniziare l’ultimo pezzo in salita sul colle, sul lato destro del sentiero s’incontra un alpeggio/ristorante con un terrazzo panoramico molto bello. Noi l’abbiamo trovato chiuso ma ci siamo fermate li a mangiare e riempire le borracce d’acqua.
Molto bella la vista che si apre sulla vallata di Martigny ma molto probabilmente la variante più alta offre scorci più mozzafiato, diciamo che questa terza tappa è stata fin’ora la meno spettacolare anche perché si allontana dal massiccio del Monte Bianco e quindi dai paesaggi di alta montagna.

La discesa per Trient è lunga e abbastanza ripida. Siamo arrivate a La Peuty per le 17.30 considerando pause generose per un totale di almeno 2 ore e mezzo.

Tappa 4: Trient – Treleschamps

Lunghezza: 15km

Dislivello positivo: 1200 metri

Pernottamento: Auberge La Boerne, €50 in mezza pensione

Sveglia alle 6.30, colazione e alle 8.15 sono in cammino verso Col de la Balme, al confine con la Francia. La salita è molto ripida e non da tregua fino in cima al Rifugio de la Balme dove mi fermo per un the caldo.

Il tempo previsto era di 2h30 ma ci metto circa 1h50, stamattina le gambe girano molto bene. La vista che si apre sulla vallata francese è mozzafiato. Non mi è ben chiaro quale sia il sentiero da prendere, le indicazioni sono un po’ confuse. Al rifugio mi dicono che devo girare a sinistra e poi di nuovo a sinistra, sono la prima a imboccare il sentiero e mi accorgo solo quando sono un bel pezzo in alto di aver preso la variante per Croix du Fer che comporta almeno 200metri in più di dislivello (fare molta attenzione qualora non si vuole fare extra fatica). Senza salire fino alla croce giro a sinistra seguendo le indicazioni per Col de Poisettes e la fatica viene ripagata da una bellissima vista a 360 gradi.

Ormai tutti gli altri escursionisti sono davanti dato che nessuno aveva preso la deviazione. Arrivo all’incrocio di Col Poisettes e le direzioni sono a destra per Vallorcine che sarebbe la variante più bassa e corta, Aguillete de Poisettes che è il sentiero ufficiale e più panoramico (ma con più dislivello) e un sentiero più basso a sinostra che va verso Tre les champs. Prendo La salita per Aguillettes che consiglio tantissimo, il panorama dall’alto sul Monte Bianco è unico e imperdibile.

Da Aguilletes si scende per Col de Mottetes sempre con una vista spettacolare. La discesa è lunghissima ma non accuso nessun tipo di problema. Arrivo al rifugio La Boerne per le 17.00 dopo aver percorso 15km e 1200 metri di dislivello. Giornata superlativa.

Tappa 5: Treleschamps – Chamonix

Lunghezza: 21km

Dislivello positivo: 1100 metri

Pernottamento: Chamonix, airbnb €35/notte

Decisamente una delle tappe più panoramiche di tutto il giro. Questa è la variante che passa per Lac Blanc, a mio avviso imperdibile assieme ai Lacs des Chèserys. Oggi Elena cammina insieme a me, partiamo alle 8.00 in punto dal rifugio dopo una bella colazione e in poco più di 1h arriviamo all’inizio del sentiero attrezzato di cui in realtà avevo sentito parlare soltanto la sera prima.

Questa variante non è assolutamente adatta a chi soffre di vertigini, soprattutto nella parte iniziale in cui ci sono ben 4 scale verticali con il dirupo sotto i piedi. Per me è stata la parte più impegnativa di tutto il tour in quanto non ho una grande confidenza coi pezzi esposti e l’ho trovata anche molto pericolosa considerando che uno zaino pesante può far perdere facilmente l’equilibrio. C’è la possibilità di evitare questo pezzo prendendo un sentiero diverso, informatevi se non vi va di vivere questo brivido. Alle ore 10.30 finiamo l’avventura del tratto attrezzato e arriviamo a Tete aux ventes.

Per le ore 11 arriviamo ai Lacs des Cheserys, i laghi da cartolina che rispecchiano nelle loro acque tutta la grandezza del Monte Bianco (amanti della fotografia è arrivato il vostro momento!). Proseguiamo fino al Lac Blanc dove ci fermiamo per il primo pranzo in rifugio: omellette con formaggio e patate. Dopo una lunga e ben meritata pausa iniziamo l’infinita discesa verso Chamonix, le vedute sono mozzafiato ma l’impressione è quella che non finirà mai più.

Tappa 6: Chamonix – Les Contamines

Lunghezza: 24km

Dislivello positivo: 1800 metri

Pernottamento: Rifugio Nant Borrant, €50 in mezza pensione

Bus numero 1 per Les Houches, si scende a Bellevue. Il tragitto dura cca 25 minuti. Il bus passa ogni mezz’ora dalle 7 in poi. Da Bellevue c’è la possibilità di tagliare di 500 metri prendendo la stradina a sinistra a cca 20 metri dalla fermata dell’autobus, altrimenti il sentiero ufficiale inizia poco dopo. Si va in direzione Col de Voza su una sterrata molto ripida.

Les Houches – Col de Voza 2h

Da Col de Voza si gira a sinistra per la variante che passa per il ponte sospeso (ci vogliono cca 2h per arrivare al ponte). Da li si può scegliere se scendere direttamente a valle oppure se salire verso Col Tricot, sentiero che offre bellissime vedute sul ghiaccio del Miage francese. Salita e discesa impegnative, sconsiglio questo giro se si vuole arrivate fino a Les Contamines. Da Col Tricot si scende poi si risale per ancora 300 metri e poi nuovamente discesa fino a Les Contamines. Da Les Contamines a Nant Borrant ci vogliono ancora 1.30/2h. 

Tappa 7: Les Contamines – Les Chapieux

Lunghezza: 14km

Dislivello positivo: 1050 metri

Pernottamento: Les chambres du soleil, €77 in mezza pensione stanza privata

Partenza per le 8 dal rifugio, inizio a camminare insieme a una famiglia di neozelandesi che lascio indietro dopo poco tempo. Mi fermo a un bivio dove il sentiero è chiuso per lavori e incontro Leticia, una ragazza francese che sta tentando di fare il tour in tenda. Abbiamo lo stesso passo e ci facciamo insieme un bel pezzo fino al Rifugio Croix du Bonhomme dove arriviamo per le 12.00.

La vallata è bellissima e selvaggia, le gambe sono stanche ma funzionano ancora bene. Dal rifugio a Les Chapieux dovrei mettere cca 1h30, me la prendo con molta calma e mi godo lo splendido paesaggio. Arrivo a Les chambres du soleil verso le 16.30, la ragazza che mi accoglie è molto simpatica e il posto è davvero bello. Avere una stanza tutta mia e fare una doccia calda non ha prezzo. Non c’è minimamente segnale e nemmeno wifi e non so come rintracciare Elena per capire se riesce a raggiungermi in auto.

Mi riposo un po’ e alle 7 vado in sala dove incontro un gruppo di inglesi simpatici e Michael, un ragazzo australiano. Facciamo un po’ di chiacchiere e scherziamo sulle pessime previsioni di domani. A cena sarò a tavola con i due ragazzi che ho incontrato poco prima del rifugio e a cui ho consigliato di fermarsi, con Michael e con una coppia di francesi con cui riesco malapena a scambiare due parole (ah, se solo ricordassi una piccola parte del francese che ho studiato a scuola!).

Mangiamo tantissimo e riusciamo a concordare un transfer per domani che ci farà risparmiare 1h30 sotto la pioggia. Non male visto che devo fare tantissima strada. Questo clima di unione tra camminatori è bellissimo, ci si sente come una grande famiglia. Bellissima giornata 

Tappa 8: Les Chapieux – Courmayeur

Lunghezza: 22km

Dislivello positivo: 950 metri

Ultima tappa, bella lunga ma molto appagante! Partenza al mattino presto, sta piovendo a dirotto e il gestore del rifugio mette a disposizione il suo van per farci risparmiare 5km di asfalto.

Si inizia a salire e il paesaggio è spettacolare, poco dopo inizia a nevicare e in cima la neve è già bella alta. Sono tranquilla perché ci sono altre persone ma le condizioni non sono delle migliori. Incontro Peter e il suo amico con cui ci facciamo delle gran risate. Le gambe vanno da sole e in un lampo arriviamo al Rifugio Elisabetta dove ci prendiamo un panino.

Nel primo pomeriggio arrivo finalmente a Courmayeur dove mi aspetta Elena. Che dire, si conclude un’esperienza meravigliosa, una di quelle che sanno sorprendere e che restano nel cuore per sempre. Infinitamente grata per tutti i momenti vissuti in questi giorni, per tutti gli incontri e gli scorci di rara bellezza.

Per altri spunti su dove andare a camminare in Valle d’Aosta, ti consiglio di consultare la pagina dedicata in cui troverai tanti altri consigli utili!

Qui il video racconto del mio giro del Monte Bianco:

Buone camminate!

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2 thoughts on “Tour del Monte Bianco in 8 giorni – tutto quello che c’è da sapere

  1. buongiorno Alexandra
    mi chiamo matteo un ragazzo genovese di 38 anni scusami ma mi sono imbattutto casualmente sul tuo sito e sono rimasto totalmente folgorato praticamente hai realizzato il mio sogno di una vita,infatti fin da bambino ho frequentato la valle d’ Aosta e ormai la reputo casa!ogni anno estate inverno tra sciate o vette di alpinismo il suo richiamo mi porta la,ma inizio ad avere il desiderio di viverla tutto l’anno ma, un po’ il fatto di esser solo e di lasciare un bel lavoro fisso, e un po’ il mutuo da pagare mi frena sempre un po’ ma spero prima o poi di realizzare il mio sogno!!volevo sapere sempre nella zona Aosta e dintorni(essendo solo e nato in città vorrei non esser troppo eremita)ci sono posti dove i prezzi sono abbastanza economici e secondo te si puo’ iniziare a insidiarsi.
    ti ringrazio anticipatamente dell’ eventuale attenzione e ti faccio i complimenti per ciò che hai fatto ciò che sei e per come racconti le tue avventure di vita.
    un saluto matteo

    1. Ciao Matteo, piacere! Capisco perfettamente i tuoi dubbi, sono gli stessi che ho avuto io prima di fare il grande passo 🙂 Lasciare una “zona sicura” non è mai facile e i punti interrogativi spesso ci limitano nelle decisioni ma quello che ti posso dire è che in alcuni casi bisogna seguire il cuore e buttarsi, nonostante i rischi che ci siano dietro. Io sono stata più vantaggiata perché non mi sono dovuta porre il problema del lavoro (lavoro da remoto da anni) ma in questo tempo ho capito che un lavoro in Valle si trova sempre, in inverno cercano ovunque ma anche in estate e nelle zone in cui si scia c’è sempre offerta. Magari non sarà il lavoro dei tuoi sogni ma penso che uno stipendio per vivere decentemente si può sempre rimediare. Come zona più economica ti consiglierei la Valpelline che è abbastanza vicina ad Aosta ma anche cittadine come Chatillon, Verres, Montjovet sono posti dove gli affitti sono più bassi e c’è un minimo di vita. Se ti va di fare qualche chiacchiera in più scrivimi e magari la prossima volta che sali possiamo beccarci per due passi cosi sarà più facile darti più info! Intanto un saluto e buone avventure!

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